Fu anticamente approdo di marinai fenici, romani e greci, nel Medioevo ospitò un importante monastero benedettino, il monastero dei santi Maria e Martino.
Agli inizi degli anni sessanta, il suo proprietario Riccardo Diana, industriale genovese, fece costruire le banchine del porto
e lo rese un approdo sicuro, dotandola anche di corrente elettrica e acqua potabile.
Dal 1989 l’isola è riserva naturale e fa parte del Parco naturale regionale dell’isola della Gallinara.
Si tratta di un’area marina protetta dove hanno sede le piu’ grandi colonie di nidificazione dei gabbiani reali del mare tirreno, Le immersioni subacquee che fino a poco tempo fa erano proibite per via della presenza sul fondale attiguo all’isola di ordigni bellici inesplosi, sono ora consentite accompagnate dalle guide locali dei diving-center autorizzati.
La bellezza dei suoi fondali include un magnifico esacorallo di colore giallo arancio, spugne gialle di grandi dimensioni e una grande varietà di organismi acquatici.
Il lato sud orientale è caratterizzato da fondali rocciosi con anfratti e piccole grotte dove trovano riparo esemplari piuttosto grandi di cernie, murene, polpi e scorfani.
Di grande interesse naturalistico ambientale sono le sue forme di vita vegetale: la campanula sabatia, agavi, aloe, fichi d’india, ulivi ed eucaliptus.
Nel settembre 1998 fu posata sul fondale circostante l’isola una statua del Cristo redentore, il Cristo degli abissi.
Può essere visitata con un’immersione abbastanza semplice, si scende ad un massimo di 18 metri.
Se invece si vuole proseguire nella discesa si supera un gradone e si arriva alla profondità di 22 metri.
L’immersione non presenta grandi difficoltà, fatta eccezione talvolta per la corrente che in questo punto può essere decisamente forte.
Per gli amanti dell’archeologia marina è possibile visitare il relitto di un’antica nave romana, scoperta negli anni cinquanta
di fronte all’antica foce del fiume Centa a circa 1400 metri dal litorale di Albenga.
Furono recuperate ben 1300 anfore che sono ora custodite all’interno della sala principale del Museo navale romano.
Altro bel relitto da visitare è posizionato a circa 500 metri di distanza dai fondali della Gallinara, si tratta di un’imbarcazione mercantile, la Umberto I che nel 1917 a causa di un siluramento qui fece naufragio posizionandosi sul fondale appoggiata sul fianco con i suoi 70 metri di lunghezza ad una profondità di circa 45 metri.
A causa dei molti ordigni bellici inesplosi rinvenuti sul fondale l’attività subacquea presso l’isola è rimasta proibita per molto tempo.
Oggi sono consentite le immersioni subacquee accompagnate dalle guide locali dei diving center convenzionati.
In particolare l’isola presenta due punti di immersione:
Cristo Redentore o Punta Falconara (44°1′24.75″N 8°13′33.96″E)
caratterizzata da un fondale poco profondo circa -18m con le pareti colonizzate da grosse spugne, gorgonie, nudibranchi e briozoi (piccoli animali invertebrati acquatici, che vivono in colonie ramificate e ancorate ad un substrato sommerso) Questa immersione non presenta difficoltà ed è consigliata anche hai subacquei meno esperti.
Punta Sciusciau (44°1′34.08″N 8°13′44.77″E)
è un fondale molto roccioso che dai -15m sprofonda fino a circa -30 -40 m. Si trovano moltissime grotte ed anfratti dove si nascondono cernie, gronghi, murene e polpi.
Illuminando con una torcia l'interno di queste spaccature sicuramente troveremo molti pesci interessanti da osservare o fotografare.
Talvolta ci può essere corrente ma l'immersione non presenta grosse difficoltà.